Il futuro della cooperazione passa dalle scelte coraggiose fatte oggi dalle #generazionichecambianoilmondo

di Aldo Macchi, Direttore ArCo

L’assemblea Nazionale di Generazioni Legacoop, che si è svolta a Napoli tra il 22 e il 24 giugno è stata l’occasione di raccontare una visione, una mission e anche più di un significato. A partire dall’hashtag scelto, #generazionichecambianoilmondo, si poteva capire che in quelle giornate non ci sarebbe stato soltanto un resoconto di metà mandato da parte del direttivo nazionale, quanto il desiderio di guardarsi negli occhi, ascoltarsi, ascoltare, con l’obiettivo di mettere in pratica quanto ascoltato. Tre giorni di percorso volto alla consapevolezza e alla messa in pratica dei principi cooperativi più giovani, cooperare tra cooperative e interesse verso la comunità. Un’assemblea che si potrebbe riassumere in sei parole chiave: Networking, Scelta, Coraggio, Opportunità, Ascolto, Futuro.

gruppo di persone all'entrata

Networking 

Proprio come quando ti devi preparare per affrontare un viaggio impegnativo, la tre giorni è iniziata con l’allenamento, sottoforma di laboratorio formativo partecipato, coordinato da 4Form, all’interno del Quartiere Intelligente di Napoli.

Una giornata conclusa con la visita dei Quartieri Spagnoli, a cura della Cooperativa di servizi turistici Vascitour, nata con il supporto di Coopstartup, il programma di creazione di startup cooperative di Legacoop Nazionale di Coopfond. Un primo assaggio di quella restituzione delle testimonianze provenienti dal territorio in chiave cooperativistica. Due opportunità per declinare il networking sotto diversi punti di vista.

Con il laboratorio, infatti, si è potuto generare sinergie tra i cooperatori e le cooperatrici presenti, stimolandoli a mettersi in gioco ed esprimere il proprio punto di vista sul presente, con uno slancio sul futuro, partendo dalla propria sensazione, dalla propria consapevolezza e aspettativa. Un esercizio fondamentale per poter cogliere a pieno la scelta di valore che rappresenta l’appartenere a un tessuto cooperativo che pone la persona al centro del proprio concetto di impresa. È stata poi la base per la definizione di un progetto formativo innovativo che risponda alle esigenze e ai bisogni formativi e di networking di chi aderisce alla rete di Generazioni Legacoop. Un percorso formativo che vedrà il proprio inizio il prossimo autunno.

L’esempio di Vascitour, invece, restituisce la conseguenza dell’effetto che fa l’apertura dei servizi cooperativi verso l’esterno, con il sostegno, inquadramento e lancio di progetti startup che scelgono di intraprendere la propria attività in chiave cooperativa. Si tratta, infatti, di un progetto nato dall’esperienza di Coopstartup, il programma di creazione di startup cooperative di Legacoop Nazionale e di Coopfond.

Networking è poi il filorosso di ogni momento vissuto assieme a lato degli eventi, dagli aperitivi, alle cene e serate passate a conoscersi col desiderio di condividere il proprio vissuto e portare a casa qualcosa da mettere in campo nella propria quotidianità. Non sono mancati, in questo senso gli scambi di contatti, di opportunità, di bandi e di esperienze per poter moltiplicare gli sviluppi nelle singole cooperative di appartenenza.

entrata laboratori assemblea legacoop

Scelta

Il cooperativismo è una scelta. Emerge chiaramente questo concetto da ogni testimonianza raccolta dal viaggio fatto durante la seconda giornata, volta alla scoperta delle best practice cooperative della Campania. Diversi tipi di scelta, ma ugualmente consapevole. Perché non ti capita per caso di trovarti in cooperativa, non è il primo consiglio che ti dà il commercialista, non è la prima cosa a cui pensi quando vuoi aprire un’impresa e non è ciò per cui ti formano in Università.

Fare un’impresa cooperativa è una scelta. Una scelta forte, come nel caso di percorsi fatti all’interno di beni sottratti alla mafia, o “liberati” come preferisce dire chi ci lavora all’interno. È quanto emerso in modo chiaro dalle parole degli esponenti della Cooperativa Sociale Le Terre di Don Peppe Diana, a Castel Volturno, appartenente al Consorzio Libera Terra e che ha avviato una fattoria didattica e un caseificio per la produzione della “Mozzarella della Legalità”. Ma anche dal racconto fatto a Casal di Principe sui progetti della Cooperativa Sociale EVA, famosa per la sua attività di contrasto alla violenza di genere.

Una scelta che non appartiene soltanto a chi la cooperativa la crea, ma anche a chi decide di farne parte, o di beneficiarne. Perché “Le Ghiottonerie di Casa Lorena” sono l’immagine dell’importanza di scegliere. Con le loro attività, infatti, la cooperativa si pone l’obiettivo dell’inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza. Un percorso che non vuole essere soltanto lavorativo, ma anche sociale e psicologico. Una cura della persona in un contesto sociale che è una sfida continua e reciproca.

consorzio libera terra fattoria didattica e caseificio

Coraggio

La scelta va di pari passo col coraggio. Il coraggio di opporsi alla quotidianità che troppo spesso è indifferenza alla criminalità o all’abbandono. È lotta quotidiana affinchè si arrivi al giorno in cui il termine casalese significhi prima di tutto abitante di Casal di Principe, e solo a livello storico un titolo di affiliazione di matrice camorristica. Il coraggio di intraprendere un’attività commerciale in un bene sottratto alla mafia, lavorando quotidianamente con la consapevolezza di avere clienti principalmente da Roma in su, e non tra i propri concittadini. Perché la scelta, diventa una scelta di coraggio. Il coraggio di denunciare e dire basta alle violenze e rivolgersi a chi, come la Cooperativa Sociale EVA, investe la propria identità per garantire un futuro che possa essere diverso. Per le donne, ma soprattutto per i figli e le figlie, futuri uomini e donne. Per sapere che un’alternativa è possibile, e che esiste un futuro di legalità, lavoro, con una crescita personale e sociale.

Il coraggio di intraprendere un percorso simile, di reinserimento sociale, anche per le detenute del carcere femminile di Pozzuoli, di farlo creando una cooperativa che gestisce la distribuzione di un simbolo del territorio, come il caffè, di andare contro le regole del marketing e scegliere il rosa come colore di riferimento e di chiamare il tutto Lazzarelle, il corrispettivo femminile dello scugnizzo napoletano, un vezzeggiativo, con il quale si vuole indicare una adolescente allegra e spensierata.  

cooperativa sociale eva

Opportunità

La scelta cooperativa è anche un’opportunità, seppur coraggiosa. È quanto emerso dal racconto fatto da Italcables, impresa recuperata dai lavoratori associati in forma cooperativa specializzata nella produzione di fili, trecce e trefoli per cemento armato precompresso destinato ai prefabbricati: una eccellenza italiana organizzata in forma cooperativa. Una risposta collettiva alla chiusura dello stabile, con un investimento, da parte dei soci fondatori, dell’intero importo della mobilità ad essi destinata. Ecco perché qui la scelta di coraggio si fa anche opportunità: perché è grazie alla forma cooperativa che il loro progetto ha potuto avere un futuro, fatto di ripartenza e concretezza, fino ad arrivare allo stato attuale di crescita dell’azienda che conta 61 dipendenti, di cui 57 soci.

L’opportunità, però, è quella che ha saputo cogliere anche la città di Napoli, candidandosi e vincendo il “Premio Città italiana dei Giovani 2023″, come raccontato dall’assessora alle politiche giovanili della città di Napoli, Chiara Marciani, durante il vero e proprio spazio assembleare di sabato mattina all’interno degli spazi di Officine Gomitoli, gestito dalla Cooperativa Sociale Dedalus. Una vittoria che deve convertirsi in uno sviluppo qualitativo della quantità giovanile presente in città. Un tessuto sociale che non solo Napoli, ma l’Italia intera, non può più permettersi di perdere senza offrire un’alternativa concreta. Un’alternativa fatta di networking, di scelte, di coraggio e di opportunità.

Le stesse espresse anche da Mathilde Delabie (Advocacy Officer Cooperatives Europe) e da Katia De Luca (Vicepresidente di Cooperatives Europe), in chiave europea, durante l’aperitivo internazionale organizzato nella serata di sabato al Lazzarelle Bistrot. Siamo davanti a un’epoca fatta di sviluppi frenetici e talvolta improvvisi. Sfide che coinvolgono il nostro settore in prima persona e che, soprattutto i giovani, non possono farsi scappare. Una sorta di chiamata allo sviluppo, ma da protagonisti, attirando l’attenzione e trascinando le proprie realtà in questa nuova epoca dove i confini non sono più geografici, bensì limitati all’orizzonte della propria creatività.

Ascolto

È qui che l’opportunità apre le porte all’ascolto. Quello messo in campo dai partecipanti dell’assemblea durante tutte le giornate, dal laboratorio all’assemblea, ma anche quello dei saggi dell’assemblea. Gli ospiti che hanno accompagnato le giornate non solo per portare il proprio contributo, ma soprattutto per ascoltare cosa i membri di Generazioni Legacoop avessero da esprimere. Così è stato per il presidente di Legacoop Nazionale, Simone Gamberini, e anche per Claudio Atzori(Vicepresidente Legacoop Nazionale con delega a Sud e Aree Interne), Anna Ceprano (Presidente Legacoop Campania), Catiuscia Marini (Responsabile Politiche Europee Legacoop Nazionale) e Francesca Ottolenghi (Responsabile Politiche Internazionale Legacoop Nazionale e Presidente di Haliéus). Lo stesso approccio di ascolto che ha sempre messo in campo Annamaria Ricci di 4Form nei suoi percorsi di formazione, e che ha accompagnato anche il laboratorio della prima giornata. 

Ascoltare per poter incrementare la propria proposta. Ascoltare per poter alimentare la crescita, aumentare le possibilità di scambio reciproco e nutrire ulteriormente il networking cooperativo tra le diverse realtà appartenenti alla rete.

Futuro

Ed è con questo bagaglio che ci si apre ora al futuro. Anche grazie a quanto appreso dalla presentazione del Rapporto Italia Generativa sostenuto dalla Fondazione Unipolis, esposta da Gianluca Truscello, Dottorando in Sociologia presso il Centro di Ricerca ARC dell’Università Cattolica di Milano.

Dal rapporto emerge, fin dal suo titolo, che l’Italia è davanti a un bivio: da una parte c’è la dispersione intergenerazionale e dall’altra un ecosistema generativo che ha le basi per affrontare con fiducia il futuro. Fiducia che appartiene sempre meno alle nuove generazioni, così come un pensiero che volga al futuro. Un futuro che non vuole eliminare chi giovane non è, ma vuole a gran voce un dialogo intergenerazionale, dove però a prevalere siano i contributi dei più giovani, forti di linguaggi differenti e di luoghi, soprattutto digitali, dove vivono in decisa maggioranza e dove determinano le regole e gli sviluppi. A nulla può servire uno scontro, se non a un ulteriore, rischioso e a tratti tragico, allontanamento generazionale che rischia di diventare incolmabile.

È qui che torna, alla fine della tre giorni, l’imperativo di Generazioni Legacoop, come espressione di restituzione dell’assemblea. Fare Networking, formandosi per poter essere pronti a fare scelte coraggiose, a non perdere nessuna opportunità, senza dimenticare l’ascolto di chi circonderà i cooperatori di domani, in grado di fare rete e affrontare con determinazione e consapevolezza il futuro, così da diventare, una volta di più, espressione delle #generazionichecambianoilmondo. 

aldo macchi

Aldo Macchi

Direttore ArCo