La nascita della notizia: cosa vuol dire fare informazione nell'epoca del digitale

di Aldo Macchi, Direttore ArCo

Il mondo dell’informazione sta cambiando sempre più rapidamente, a cominciare dalla sua stessa definizione. In una dinamica di diffusione tecnologica e digitale dei contenuti, diventa più sottile la distinzione tra notizia, opinione, oggettività e soggettività. Diventa, quindi, sempre più complicato definire cosa sia informazione.

La nascita dell’infodemia

Siamo letteralmente tempestati di fonti, molte più di quelle che ognuno di noi è in grado di gestire. Tutto questo, a partire dal 2020, è stato riassunto in un nuovo termine che aiuta molto a convogliare non solo il significato, ma anche il sentimento che si prova davanti a questo scenario.

Infodemia: Dall’ingl. infodemic, a sua volta composto dai s. info(rmation) (‘informazione’) ed (epi)demic (‘epidemia’). Circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili.

 Negli ultimi anni ci siamo trovati di fronte ad emergenze e criticità globali che hanno accentuato questo sentirsi disorientati, sottolineando l’urgenza di arrivare a identificare il problema e cercare una soluzione: parliamo della pandemia del Coronavirus, ma anche della guerra in Ucraina. Concentrandoci per un attimo anche solo su questi macro esempi, possiamo capire l’incredibile facilità nel cadere nei tranelli di credere e diffondere una fake news.

Non abbiamo tempo di verificare ogni fonte di ogni notizia che ci capita per le mani: così preferiamo agire sempre di più secondo criteri empatici e in base ai rapporti di fiducia nei confronti di chi mi ha permesso di vedere quella notizia.

La grande piaga delle Fakenews

Se una notizia provoca in me rabbia e quella rabbia incontra un pensiero che covo da tempo, sono naturalmente predisposto a ritenere quella notizia una notizia vera e non vedo l’ora di condividerla sui miei canali, per dare eco al mio pensiero senza usare parole mie ma facendo mie le parole di altri.

Allo stesso modo, se una persona che riteniamo affidabile diffonde una notizia, a noi basta sapere che a darla, o condividerla, sia stata quella persona per permetterci di pensare che ci troviamo di fronte a una notizia vera.

Ma non è sempre così: anzi. Se è vero che tutti, oggi, possono essere fonti di informazione e creatori di contenuti che possono essere ritenuti notizie, è altrettanto vero che questo porta con sé un bagaglio di responsabilità di cui dobbiamo essere consapevoli e in grado di gestire. Perché ognuno di noi è l’unico in grado a fermare o agevolare la diffusione di una fake news.

Dialogo per il futuro dell’informazione

Non è sempre stato così: un tempo il ruolo delle fonti, per la società, era dato solo ai giornalisti, ai giornali, ai libri e, successivamente alla radio e alla televisione. Le notizie provenivano solo da lì, e dalle notizie si generavano i confronti che alimentavano le opinioni che componevano il concetto di cultura sociale.

Oggi è tutto perduto? Esiste ancora il concetto di organo di informazione oppure solo quello di opinione? Non è facile rispondere in modo netto, ma è necessario parlarne e che a farlo siano i giovani e giovanissimi, insieme agli adulti. Perché una comunicazione di qualità è possibile, e tutti possono fare la loro parte.

Di questo si parlerà alla Biblioteca di Rocca Priora, giovedì 29 settembre alle 18.00. Sarà possibile partecipare all’evento anche online, in diretta streaming sul profilo Facebook di ArCo – L’arte di collaborare, a questo link 

aldo macchi

Aldo Macchi

Direttore ArCo