Come si organizza un grande evento?
di Aldo Macchi, Direttore ArCoOggi all’industria creativa e culturale italiana mancano 70.000 lavoratori. Sono quei professionisti dello spettacolo che a causa della crisi sanitaria e delle scarse protezioni sociali hanno definitivamente abbandonato il settore o si sono riciclati facendo altri mestieri.
Ne abbiamo parlato con Andrea Ponzoni, Direttore Operativo Freecom Srl, che ci ha aiutato a far luce su tutte quelle professionalità che lavorano attorno a un palco.
“L’industria creativa culturale italiana, in questo momento, ha un enorme problema. Ad oggi dopo la crisi pandemica ci troviamo con 70.000 lavoratori in meno. Pensate che alcuni rigger nel momento di fermo dello spettacolo, si sono riconvertiti andando a pulire i grattacieli”.
Il rigger è quel professionista che prepara, monta e appende sul palco tutte le attrezzature e le scenografie che servono per un concerto. Deve conseguire almeno quattro abilitazioni, oltre naturalmente a tutte le formazioni, i patentini per il corretto uso delle apparecchiature per la movimentazione, e il sollevamento di luci, sistemi audio e tutto quello che serve allo spettacolo in programma.
Grande o piccolo uno spettacolo dal vivo passa necessariamente attraverso queste quattro fasi:
- Ideazione
- Preproduzione
- Produzione artistica
- Rendicontazione
Nella fase di ideazione si decide che tipo di evento realizzare. Sono tre le figure professionali coinvolte: il produttore esecutivo, il produttore artistico e il direttore di produzione. Ognuno di loro ha un team di assistenti, il cui numero varia di molto a seconda della grandezza dell’evento.
La pre-produzione è la fase di preparazione. Qui sono coinvolte attività e professionisti molto diversi tra loro: si va dagli artisti e i loro manager, ai fornitori di materiali e apparecchiature di qualsiasi tipo, ai consulenti ed esperti tecnici e legali per tutte le formalità che riguardano i permessi necessari per agibilità, sicurezza, diritti musicali e così via.
Nella fase di produzione artistica lo show comincia finalmente a prendere forma. Qui lavorano il personale amministrativo, gli addetti alla logistica e all’accoglienza, gli addetti ai camerini e i professionisti dei settori di make up, styling, sartoria, catering, e sicurezza, il personale tecnico con le sue professioni estremamente specializzate e con personale specifico molto formato e preparato come i rigger di cui abbiamo già parlato, o lo stage manager che coordina i tecnici luce, gli elettricisti, i tecnici del suono, i fonici di palco e di sala, e i backliner che si occupano degli strumenti musicali.
Sparsi tra tutti si muovono decine di steward, runner e i fondamentali e onnipresenti facchini che spostano a richiesta materiali attrezzature da una parte all’altra del cantiere dello spettacolo.
L’ultima fase è quella della rendicontazione. È qui che il direttore esecutivo il direttore di produzione fanno i conti e si valuta se la fatica della realizzazione è valsa i biglietti staccati, gli sponsor coinvolti e le birre spinate.
Tirando le somme: per fare uno spettacolo di una sola serata all’arena di Verona , a marzo del 2020, hanno lavorato 900 persone, molte delle quali ultra specializzate e con anni di esperienza e formazione alle spalle.
“Il nostro fiore all’occhiello sono le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo. In questo momento mancano circa 70.000 lavoratori che hanno probabilmente cambiato lavoro” rimarca in conclusione Ponzoni. Una riflessione che spinge a un’analisi ben espressa da Francesca Martinelli, direttrice della Fondazione Centro Studi Doc: “Oggi mancano soprattutto tecnici nel settore luci audio e video. Sono tra l’altro tecnici che impiegano parecchio tempo a imparare a svolgere al meglio il proprio mestiere. Ci troviamo di fronte non solo a un problema sociale, ma chiaramente anche a un problema economico, perché il settore degli eventi dello spettacolo, in Italia, solo nel 2019, fatturava 90 miliardi di euro”.
La mancanza di tecnici sta quindi mettendo in crisi non solo il mondo dello spettacolo, ma un settore economicamente fondamentale per l’equilibrio finanziario del nostro paese. Servono quindi soluzioni per affrontare la discontinuità di reddito e la mancanza di protezioni sociali serve una riforma rivoluzionaria del settore dello spettacolo.