Il mio sguardo su Bergamo 2023

Giovanni Fattoruso, Blogger

Quando ho scoperto che Bergamo sarebbe stata per il 2023 insieme a Brescia Capitale della Cultura sono stato felice.
Per un anno la gente non avrebbe pensato alla nostra città solo per la sua divisione in alta e bassa, per le nostre abilità edili o la polenta, ma anche per tutta la cultura e bellezza che sono presenti.

Il nostro territorio è particolare, perché quando si parla di Bergamo in realtà si deve pensare ad un territorio molto più ampio della sola città, fatto dei paesi dell’Hinterland, della bassa, delle valli.

È quasi impossibile non trovare un’iniziativa culturale sul territorio, che sia una sagra, un concerto, una mostra o la presentazione di un libro.

Quest’anno ho partecipato e visto una marea di eventi. Concerti, presentazioni di libri, degustazioni di vino legate all’Accademia Carrara, la Festa della Musica.
La nostra città si è messa il vestito delle grandi occasioni. Siamo riusciti a tenere la bellezza che viene dal lavoro e dal pragmatismo tipico delle nostre zone e aggiungere quel tocco “Instagram Opportunities” che di questi tempi è il nostro metro di giudizio estetico.

Bergamo, quest’anno, ha dimostrato di non aver nulla da invidiare a nessuno.

Dietro ad ogni evento c’è il lavoro di tante persone. Ho assistito al Primomaggio Bergamo e sono rimasto sbalordito dall’efficienza dei tecnici che hanno smontato e rimontato il palco alla velocità della luce per l’esibizione di ogni artista. Un lavoro incredibile.
Parallelamente ho pensato non sia stato facile organizzare così tante band in così poco tempo.

Del medesimo tenore sono stati Clamore, Festa della Musica, Nuovi Suoni Live. Eventi ben organizzati e soprattutto ben realizzati.

In quelle occasioni si è avuto modo anche di notare un’altra cosa: il ricambio generazionale. Vicino a band o artisti storici del territorio bergamasco se ne sono affacciati di nuovi, come ad esempio i Funcky Lemonade o gli Useless4 vincitori di Nuovi Suoni Live.
Ragazzi giovani, gente i cui genitori quando Baggio sbagliava il rigore di USA ‘94 manco si conoscevano, altri che non hanno visto le torri cadere. Ragazzi e ragazze con talento e tecnica da vendere e un futuro luminoso davanti.

Il professionismo di chi ha progettato e realizzato questi eventi deve essere sicuramente stato un momento di crescita per questi ragazzi. Trovarsi un fonico di palco che ti segue, fare delle video interviste, avere un pubblico non tuo da conquistarti. Sono state esperienze preziose per questi gruppi, che ne sono usciti arricchiti, con uno sguardo diverso; hanno visto come la musica possa essere non solo un passatempo, ma anche un lavoro per tante professionalità diverse. 

Il nostro viaggio nella città a misura di domani non può non partire da qui: professionisti che hanno fatto della cultura il loro lavoro e creano eventi, e giovani pronti a prendersi questi spazi, a colorare la città e far entrare ventate di aria fresca e imparare dai primi.

Abbiamo intervistato i professionisti di questo settore, chiedendo loro come stanno vivendo quest’anno della cultura, cosa si aspettano dal prossimo e dai prossimi anni, quanto sia difficile fare una proposta culturale in città e abbiamo sentito anche i giovani musicisti finalisti di Nuovi Suoni Live per capire come hanno vissuto quest’anno e quali sono le loro aspettative.

Il nostro racconto si svilupperà tra podcast e articoli qui su ArcoMag.

Cercheremo risposte ad alcune domande tipo:
Bergamo è una città per giovani?
Si può vivere di cultura?
Come si gestisce la cultura in città?
Come si creano i progetti per i giovani?

Parleremo della riqualifica urbana e sociale con la cultura con il caso Piazzale degli Alpini e di Bergamo Brescia Capitale della Cultura vista dai giovani. 

Abbiamo deciso di estendere il nostro sguardo a chiunque avesse voglia di dirci la sua su questo anno della cultura, raccogliendo le opinioni attraverso questo modulo. 

Il punto di arrivo del nostro percorso sarà capire come è stata vissuta questa esperienza di Capitale della Cultura da parte dei cittadini, delle istituzioni e degli operatori culturali. Il punto di arrivo di questo percorso vuole essere anche un punto da cui partire per il 2024 e gli anni a venire. 

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