Nero - About a Stage
Seconda puntata - Il peso del ferroPer fare un concerto ci vuole un palco. Per fare il palco ci vuole il ferro, e per spostare il ferro, ci vogliono i facchini. Primi ad arrivare ed ultimi ad andar via, il nostro viaggio inizia proprio da loro e dalle altre professioni che, molto prima che si accendano le luci sul palco, scaricano, caricano, coordinano, e costruiscono pezzo per pezzo il palco. Si chiamano Stage Hands, crew boss, mulettisti, scaffolders, montatori. Anche se le strutture sono modulari standard, il più delle volte a noleggio o di proprietà della stessa ditta che si occupa di montarlo, ogni palco è unico ed il suo montaggio deve seguire i progetti fatti in base allo spettacolo che si svolgerà. Pezzo per pezzo, a ritmi frenetici, ogni palco viene montato e smontato da squadre che viaggiano da una venue all’altra tutta la stagione.
Aldo Macchi ed Emanuela Zampa riprendono quanto si è detto nella prima puntata, e si entra nel dettaglio della seconda puntata.
Quando sei andata a testimoniare il lavoro degli allestitori, come è stata presa la tua presenza?
Beh di stupore, sempre. Sono abituati a non considerarsi abbastanza rilevanti. Soprattutto perché tendenzialmente se si fotografa la costruzione di un palco, o un cantiere in generale, l’attenzione è sulla struttura, difficilmente sulle “braccia da lavoro”. Oltretutto il lavoro documentaristico richiede molto più tempo di uno shooting a fini industriali, quindi si sono tutti stupiti che restassi in cantiere tante ore.
Come cambia lo sguardo di una professionista come te, rispetto ai più tradizionali umarell?
Hahahahah! Beh esistesse una rivista chiamata “Umarell Today” probabilmente sarebbero interessati a molti scatti! Ma scherzi a parte ti rispondo anche seriamente: l’umarell osserva e basta, anche da una certa distanza, mentre il linguaggio del reportage prevede quella che nelle scienze umane viene chiamata “osservazione partecipe”, ed è tutta un’altra storia.
Tornando seri: il risultato sono foto di forte impatto, cosa volevi riuscire a raccontare?
Vorrei riuscire a raccontare la passione di queste persone, che alla fine forse potrebbero cambiare lavoro, scegliere qualcosa di più leggero, per stare più vicini a casa magari, ma in fondo sono assolutamente consapevoli e partecipi alla bellezza che contribuiscono a creare con la loro fatica.