L’assistente di produzione: la forza del dialogo. Il ritratto di Vincenzo Gentile
Nero - About a StageAl Primo Maggio, come in tutti i grandi eventi, la preparazione è più frenetica dell’evento stesso. Il lavoro è ben diviso tra prove, preparazione e mal di testa, ma alla fine è giusto così, perché sono giornate particolari dove l’organizzazione è fondamentale tanto quanto il live che, parlando di Primo Maggio Roma, è anche televisiva.
Il ruolo dell’assistente di produzione
Io faccio parte di una squadra che si occupa del Primo Maggio da tanti anni. Al suo interno ci sono tante specificità. Io come assistente alla produzione mi occupo della parte della tutela e cura degli sponsor coinvolti nella manifestazione. La mia assistenza è a supporto di chi ha organizzato la presenza degli sponsor: significa metterli in condizione di svolgere al meglio la loro esperienza all’interno dell’evento.
L’importanza della componente umana
La componente umana è una componente importante, anzi è necessaria in qualsiasi mestiere si faccia. Nel caso di un evento, della gestione di persone, a prescindere dal ruolo che si ricopre, è fondamentale. Io sono “uno dei”, non una singolarità, e in quanto tale sono chiamato a risolvere problemi, laddove ci siano, o anticipare possibili criticità, dare risposte. In tutti i casi io sono presente per dare quel supporto di comprensione e ascolto che un utente, uno sponsor, un partner ha bisogno in quel momento.
Questo lavoro lo puoi studiare, ma fino a un certo punto. Perché è una questione di tendenze, di attitudini. Io sono una persona che tende a stare bene con il pubblico, a relazionarsi con tante persone e forse questo ruolo mi viene più semplice. A questo si aggiunge sicuramente la necessità di studiare le difficoltà di questo compito per prepararsi al meglio. Però, se già si ha una tendenza ad essere socievoli, più che sociali, questo aiuta molto.
Facilitatori di dialogo
Non mi occupo solo di grandi eventi, come è Primo Maggio, ma opero anche in eventi congressuali dove gli organizzatori sono le agenzie di comunicazione e di produzione. Le agenzie hanno un modo industriale di fare le cose, che spesso va molto bene, ma altre volte serve una cura diversa, un servizio più personalizzato. Per questo penso sia fondamentale che ci sia una figura di collegamento tra il comparto tecnico, il cliente, gli sponsor, che li colleghi tra loro per raggiungere l’obiettivo della riuscita dell’evento.
Ci sono anche persone che assistono sul lato comunicazione, o sul lato artistico, occupandosi del backstage, per fare un esempio. La figura dell’assistente di produzione è quella di supporto attivo per la buona riuscita dell’evento: è una catena di lavoro, più che una catena di comando, aspetto fondamentale per una gestione più umana. Perché una persona sola al comando ha dei limiti, siamo umani,è normale che sia così. Una persona sola al comando in un evento ha limiti ancora più grandi.
Il dialogo tra le parti per il buon esito di un evento
Sono molto fortunato nel fare qualcosa che mi piace. Nel mio lavoro, in generale, sono molto contento. Ho tanti aneddoti, tra questi mi viene in mente un Sanremo, sempre con la famiglia di iCompany. Ho avuto la possibilità di ricoprire diversi ruoli, perché è una necessità in determinati contesti. A Sanremo, in particolare, c’è un carosello di situazioni e di persone che gira attorno alla città che richiede di mettersi a disposizione. Lì mi è capitato di affiancare chi si occupa di fare la sicurezza e mi sono detto che se fossi stato pronto a quello sarei stato pronto a tutto. La squadra in quel momento aveva ben chiaro quali fossero i problemi, e il rapporto con la sicurezza è stato importante per l’ottimizzazione del lavoro di tutti. È un esempio del concetto di dialogo tra le parti che migliora il lavoro di tutti e quindi anche l’evento. Per quello ho deciso di affrontare quel ruolo in quel momento.