Una petizione per i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo

di Aldo Macchi, Direttore ArCo

Foto di Emanuela Zampa 

C’è ancora tanto lavoro da fare affinché la complessità dei lavoratori e lavoratrici dello spettacolo, a livello contrattuale, venga pienamente compresa dalle istituzioni. Una prova di questo emerge dalla pubblicazione dello scorso 21 luglio dell’esito della Direzione Generale dello Spettacolo. Un’espressione che ha visto l’esclusione dei lavoratori discontinui intermittenti a tempo indeterminato.

Abbiamo già raccontato, in passato, tutto l’iter di riconoscimento che si era intrapreso durante la pandemia (trovi l’approfondimento #timeisnow a questo link). Di passi in avanti ce ne sono stati, ma questo risultato è ancora una volta l’ingiusta esclusione dei lavoratori intermittenti a tempo indeterminato, anche se sono discontinui e le chiamate sono a tempo determinato. 

Il 21 luglio la Direzione Generale dello Spettacolo ha pubblicato l’esito definitivo escludendo ingiustamente i lavoratori discontinui intermittenti a tempo indeterminato.

Come era stato richiesto, sono stati destinati ulteriori fondi ulteriori a chi lavora nello spettacolo (come previsto dai DL 18/2020 art. 89 e DM 291/2022) andando a conguaglio di coloro che avevano già vista accettata la loro richiesta. Ma, come espresso all’interno del testo della petizione di Fondazione Centro Studi Doc “resta inaccettabile che lavoratori e lavoratrici anche a parità di gruppo pensionistico, mansione, tipologia e modalità di lavoro, siano stati esclusi solo perché il loro contratto è a tempo indeterminato anziché determinato”. 

Il Bando Covid / D.M. 236/2022 – Sostegno ai lavoratori dello spettacolo, cinema e audiovisivo è stato emanato una prima volta il 9 giugno 2022 con Decreto Ministeriale. Dopo una serie di modifiche i risultati sono stati pubblicati lo scorso 23 dicembre 2022. 

Dopo solo un mese, il 25 gennaio 2023 la Direzione Generale ha però emanato il decreto direttoriale 11/2023 che, di fatto, ha annullato l’assegnazione a tutti i lavoratori con contratto a tempo indeterminato, compresi gli intermittenti che secondo l’INPS sono assicurati alla lettera a).

Da qui erano partite le richieste di far rientrare nel bando tutti i lavoratori e le lavoratrici aventi diritto. Richieste che hanno spunto la Direzione Generale a effettuare altre verifiche sulla posizione specifica degli intermittenti a tempo indeterminato, ma quanto pubblicato il 21 luglio ha confermato la decisione di gennaio.

È seguita una serie di richieste da parte di diverse realtà, tra le quali anche la Fondazione Centro Studi Doc, di far rientrare tutti i lavoratori e le lavoratrici aventi diritto nel bando. Questo ha portato la Direzione Generale Spettacolo a realizzare ulteriori verifiche sulla posizione di lavoratrici e lavoratori intermittenti a tempo indeterminato che hanno visto la loro domanda rigettata anche se appartenenti al gruppo a).

Per questo, nella petizione, viene richiesto che coloro che lavorano nello spettacolo in modo discontinuo abbiano accesso alle stesse tutele e trattamento assicurativo, iscrivendoli al gruppo a), compresi gli intermittenti a tempo indeterminato, con conseguente trattamento previdenziale, ammortizzatori sociali, assicurazioni.

“In generale – conclude il testo - riteniamo sempre più indifferibile l’individuazione di uno statuto del lavoro nell’arte e spettacolo senza che vi sia discriminazione alcuna tra chi lavora nel settore”.

Perché sono nate le cooperative di spettacolo? Come il mondo della musica potrebbe salvare le professioni di domani

Cos'hanno in comune un dj, un fonico, un batterista e una cantante lirica? Sono tutti lavoratori del mondo dello spettacolo e operano in teatri, locali notturni, stadi e feste di piazza. Un vero e proprio esercito di professionisti dello show business che vengono...

Nuovi lavori nel mondo della musica: il social media marketing

Il mondo discografico, così come lo conosciamo, ha una storia relativamente recente ma che, negli anni, non ha subito grossi cambiamenti, fino a quando non è entrato in gioco il mondo del web. Negli anni 50 la mitica etichetta discografica Tamla-Motown di musica soul...

L’impatto del Covid-19 sul mondo dello spettacolo

In Italia, quest'anno, il mondo dello spettacolo ha perso un numero enorme di lavoratori: sono 70.000 i professionisti che hanno abbandonato il settore, parliamo di più di 1 lavoratore su 5.   È colpa solo della pandemia? Le cose sono più complesse: c'entrano...

Il mondo dello spettacolo e la piaga del lavoro sommerso

La maggior parte dei lavoratori dello spettacolo è isolata nel mercato del lavoro, soffre anche di una mancanza di potere contrattuale, che spesso porta a lavorare in nero o ad accettare condizioni di lavoro con un livello di precarietà più alto rispetto ai lavoratori...

Come si organizza un grande evento?

Oggi all'industria creativa e culturale italiana mancano 70.000 lavoratori. Sono quei professionisti dello spettacolo che a causa della crisi sanitaria e delle scarse protezioni sociali hanno definitivamente abbandonato il settore o si sono riciclati facendo altri...

Cinque punti per riformare il settore dello spettacolo: le proposte del forum arte e spettacolo

Cinque punti per riformare l’intero settore dello spettacolo. Dopo due anni durante i quali il settore della cultura è stato paralizzato più volte e dopo mesi di battaglie a favore dei diritti per i lavoratori dello spettacolo, è questo l’importante risultato...
aldo macchi

Aldo Macchi

Direttore ArCo